Biografia
Flavio Paolucci (*Torre, 1934) apprende i primi rudimenti di pittura alla Scuola Cantonale di Lugano (1949–1953) e presso l’atelier di Oscar Bölt a Locarno (1955), per poi iscriversi all’Accademia di Brera a Milano (1955–1957). Aldo Carpi, suo insegnante, lo avvicina a Mario Sironi e Achille Funi, rappresentanti del movimento Novecento, il cui scopo era di promuovere un ritorno all’ordine dell’arte, dopo le sperimentazioni avanguardistiche di inizio secolo. Nel 1958, la Galleria il Portico a Locarno gli consacra la sua prima mostra personale e l’artista vince il suo primo premio alla Biennale dei Giovani di Gorizia, in Italia. I viaggi di studio degli anni ’60 lo portano a Parigi dove, nel 1961, vince il secondo premio all’Esposizione Internazionale dell’Unesco e in Marocco, dove soggiorna per un anno nel 1964, e poi nuovamente nel 1967. La vastità dell’orizzonte e i colori del deserto del Sahara impregnano le sue opere dell’epoca di un’impronta astratta. Dal 1968, Paolucci si trasferisce definitivamente a Biasca, continuando a mantenere degli stretti legami con la scena artistica svizzera. Il Kunstmuseum di Olten gli consacra la sua prima mostra personale in un museo nel 1984, pubblicando anche la sua prima monografia. Nel 1987, anche il Centre Culturel Suisse di Parigi gli dedica una mostra e, un anno più tardi, l’artista ticinese rappresenta la Svizzera alla Biennale di Tokyo. Dal 1996, per cinque anni, è membro della Commissione federale di belle arti. La carriera di Paolucci è marcata da quattro importanti retrospettive organizzate a Lugano (1988 e 2014), Locarno (1993) e Milano (1995), da numerose mostre personali allestite sia in Ticino che in Svizzera e dalla sua partecipazione a rassegne collettive all’estero, come a Parigi, Berlino, Como, Milano, Genova, Lecco, Innsbruck, Rio de Janeiro e Buenos Aires.
Per approfondimenti si veda il sito www.sikart.ch